Nella notte tra il 29 e il 30 marzo si è spenta a 99 anni Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista democristiano Alcide De Gasperi. Riceviamo e volentieri pubblichiamo il breve ma sentito ricordo di Pierfranco Ventura, segretario della STES che ebbe modo di conoscerla in seguito alla collaborazione tra l’Associazione Scienziati e Tecnologi per l’Etica dello Sviluppo e la Fondazione De Gasperi in progetti sul disarmo nucleare.
La scomparsa della figlia di Alcide De Gasperi fa fortemente riflettere sul significato dell’unità dell’Europa e contemporaneamente sul disarmo nucleare, concetti entrambi riportati all’attenzione di tutti dalle cronache dei nostri giorni. Maria Romana De Gasperi infatti oltre a promuovere con tutta la sua passione la politica fondata sugli ideali di suo padre Alcide, tra i fondatori della CEE, era anche Presidente del Comitato per la pace nucleare. È in tale veste che insieme all’Ing. Rotunno ebbi l’onore di conoscerla ad Assisi per il premio Atoms for Peace istituito dal Sindaco di Hiroshima. Nel 1992 infatti insieme all’allora Mons Sgreccia, del Dott. Ugga e dell’Ing. Rotunno, fondatori nel 1989 della STES, organizzammo a Roma con la Fondazione De Gasperi un Simposio Internazionale dal titolo Conversion of nuclear warheads for peaceful purposes alla cui apertura partecipò San Giovanni Paolo II (http://Indice-Atti-Conversione-nucleare).
L’idea base della conversione è fondata su un progetto dell’illustre scienziato Edoardo Amaldi incentrato sulla diluizione dell’uranio militare, altrimenti indistruttibile, dal 92 al 5 % per le nuove centrali civili. Dal processo si può produrre una quantità enorme di corrente, e mai come ora risulta di grande attualità, recuperando le enormi spese militari per le testate, attuando in un certo qual modo la profezia di Isaia sulla trasformazione delle “lance in falci”. Di Maria Romana mi piace ricordare inoltre la promozione di tante iniziative di volontariato, attività che la ha sempre occupata in parallelo con quella, oggi fondamentale soprattutto per le giovani generazioni, di tenere desta la memoria della figura politica paterna.
(vedi Sito ASSOCIAZIONE DONUM VITAE)